Cava de' Tirreni. Volti sospesi, a volte interrotti, a tratti frammentati, per declinare con un universo di espressioni la vacua fragilità del corpo e la sua ineluttabile quanto necessaria astrazione metafisica: sono i paesaggi umani tratteggiati da Eliana Petrizzi in mostra da domani, sabato 24 ottobre, al Marte di Cava de' Tirreni. Il Centro culturale metelliano, che in questi giorni già ospita la personale del "Guerriero" dell'arte contemporanea Sergio Fermariello (fino al 4 novembre in Sala Contemporanea, ingresso libero), accoglierà nella Gallery 1st floor la personale dell'artista "Tenerezza per le ombre", realizzata in collaborazione con la galleria Il Catagolo di Salerno. L'esposizione raccoglie settanta dipinti ad olio su tela e su tavola, introdotti da un intervento di Andrea Manzi e di Rino Mele, e alcune micro-installazioni, che illustrano in maniera completa la ricerca dell'artista degli ultimi anni incentrata sul corpo come "dimora inagibile, maceria da cui evacuare, assegnamento in comodato d'uso". Nei suoi quadri il volto si astrae dal corpo, a ricordare una parte spirituale inattaccabile dalla mediocrità della vita terrena, e i colori, richiamo alla dimensione fisica della percezione, scompaiono per lasciare campo alle tonalità monocrome. Una pittura che insegue la nostalgia dell'immagine, malgrado il risultato iperrealista dei suoi lavori. "Più che la presenza - spiega la stessa artista - dipingo la sua sospensione e la sua impossibilità, il silenzio che ne precede la comparsa o che ne segue la perdita. Del modello non mi interessano l'individuazione sessuale né la bellezza. Cerco piuttosto la fibra nuda, quella che resta oltre la povertà delle linee che si disfano; un tipo d'identità che si sciolga nel racconto delle proprie avarie, rivelando in questo passaggio un'essenza metafisica". Nelle opere di Eliana Petrizzi, come scrive Marco Izzolino "ci sono due caratteristiche immediatamente risaltate: il primo è l'oggettivo realismo che connota i suoi lavori; il secondo è il tradimento che l'artista fa della realtà stessa alla quale sembra rivolgere il suo interesse. Da una parte la sua pittura si mostra impregnata di cultura figurativa, ma dall'altra Eliana ha saputo condensare l'impianto costruttivo dell'immagine con elementi estranei alla figurazione: ha lasciato penetrare all'interno del dettato pittorico forme astratte e porzioni di materia. Ne è nato un confronto stridente capace di alterare la forza connotativa della figurazione, avvolgendola nelle trame della metafora, dell'astrazione, dell'immaginazione, del sogno. Il processo di astrazione sottopone le forme reali ad un processo di corrosione dei contorni, ammorbidendone la solidità e avvolgendo tutta l'immagine in una sfocatura che sembra essere prodotta dalla patina pittorica. Ne risulta una generale vaghezza che coinvolge forme, figure, spazi e situazioni, sicché diventa difficile trovare nei dipinti qualcosa di completamente stabile, definito, compiuto, che non lasci aperto il campo ad una infinità di possibili interpretazioni, in una continua ricerca della contraddizione, che appare come costante di fondo, quasi un'assenza della ragione, dalla quale scaturisce molto del fascino indefinito e indefinibile che queste opere intendono suscitare".
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