Salerno. "Egregio Dottor Malfi, la contattiamo a seguito dell'intervista da Lei rilasciata ad una tv locale in merito alla questione delle Fonderie Pisano. Le sue dichiarazioni hanno suscitato in tutti noi stupore ed indignazione". Comincia così la lettera aperta indirizzata dal Comitato Salute e Vita al Prefetto di Salerno, in merito alla accesa questione delle Fonderie Pisano. "Innanzitutto - si legge ancora - nell'intervista Lei esordisce dicendo che il problema delle Fonderie Pisano è un problema politico. Sicuramente è un problema che la politica non ha voluto risolvere in tutti questi anni, ma lo definiremmo piuttosto un problema ambientale, sanitario e giuridico. Questo perchè, come la magistratura ha già sancito in numerosi processi e sta tutt'ora accertando, la Proprietà Pisano ha reiterato importanti violazioni di norme ambientali e di sicurezza dei lavoratori. Peraltro le recenti relazioni che l'ARPAC ha inviato alla Regione Campania evidenziano come i Pisano continuino a lavorare in totale spregio delle regole pur essendo oggetto di rilevazioni disposte dall'Autorità Giudiziaria. Per quanto riguarda la questione della mancanza del CPI, Lei sostiene che per ottenerlo sia necessario seguire un "percorso". Ebbene i cittadini si chiedono quanto tempo possa durare questo percorso, per quanto tempo le autorità possano tollerare questa grave mancanza. Le ricordiamo che tale certificato mancava anche al momento del primo rilascio dell'AIA, cioè ben quattro anni fa. Per tutto questo tempo nella fonderia si è operato senza le necessarie norme di prevenzione infortuni e si continua a farlo tutt'ora in quanto non è credibile che i provvedimenti di messa in sicurezza cui Lei ha fatto riferimento possano garantire l'incolumità nè dei lavoratori nè della popolazione circostante. Ci lascia totalmente allibiti l'affermazione secondo cui chiudere la Pisano costituirebbe "un rischio per la pubblica incolumità". Su questi punto chiediamo chiarimenti, perchè, al contrario, chiunque penserebbe il contrario. Ed infatti nei verbali redatti dall'ARPAC, e come riportato nei conseguenti decreti di sospensione della Regione Campania, si legge che vi sono "situazioni connotate di immediato pericolo e danno per l'ambiente e la salute pubblica". Ci sorprende anche la sua affermazione secondo cui il problema delle Fonderie derivi dall'antropizzazione della zona di Fratte. Questo tipo di risposta ce lo aspettiamo dall'uomo della strada, ma non da un Prefetto che ben dovrebbe sapere come il Comune di Salerno ben dieci anni fa ha dichiarato che l'area in cui si trova la Fonderia non sia più industriale, ma edificabile. Questo vuol dire che allo stato attuale le Fonderie sono oggettivamente incompatibili con il contesto urbano in cui sono inserite. Per ultimo vogliamo affrontare la questione occupazionale, il cosidetto "valore d'impresa" cui Lei fa riferimento alla fine dell'intervista. Ebbene ci chiediamo quale valore possa avere un imprenditore che fa lavorare i propri operai in condizioni di sicurezza allarmanti, che smaltisca illecitamente rifiuti pericolosi, che immette nell'aria fumi di natura cencerogena (solo per citare alcune delle gravi violazioni commesse dalla Proprietà). Purtroppo prendiamo atto che la politica ed il Governo, di cui Lei è il rappresentante sul territorio, premiano gli imprenditori disonesti che mettono al primo posto il profitto a discapito della sicurezza degli operai che lavorano in un impianto obsoleto che mai potrà essere messo a norma con qualsivoglia intervento di adeguamento, e dei cittadini che putroppo da anni subiscono i fumi molesti della Fonderia e continuano ad ammalarsi. Le ricordiamo infine che secondo il comma 8 dell'articolo 54 del d.lgs 267/2000 il Prefetto è organo statale competente ad emanare ordinanze contingibili ed urgenti, pertanto auspichiamo che Lei possa riconsiderare le Sue posizioni in merito alla questione eventualmente emanando al più presto un'ordinanza di chiusura dello stabilimento. Confidiamo nuovamente nel suo interessamento, anche se non nascondiamo come le sue ultime dichiarazioni e la mancanza di riscontro da parte Sua ai nostri accorati appelli ci gettano nello sconforto, perchè rivelano ancora una volta come le ragioni della gente comune e la salute della collettività vengano dopo gli interessi economici e politici. Non nascondiamo pertanto la nostra volontà di mettere in campo una decisa protesta pubblica, svolta comunque nel pieno rispetto della legge, per manifestare la nostra esasperazione".
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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