I FATTI. La Freedom Flotilla 2 è una flotta composta da 8 navi passeggeri e due cargo, con a bordo all'incirca tremila tonnellate di aiuti, numerosi attivisti per i diritti umani e giornalisti accreditati. Tra le navi, vi è anche l'italiana "Stefano Chiarini", intitolata al corrispondente da Gaza del quotidiano "Il Manifesto", scomparso il 3 Febbraio del 2007, e ribattezzata "Stay Human", in ricordo dell'attivista italiano dell 'ISM, Vittorio Arrigoni, assassinato lo scorso Aprile. La Flotta sarebbe dovuta partire alla fine di Giugno, ma lo stop imposto dal governo greco alla missione ha stravolto tutti i piani. Una scelta diplomatica di certo non assunta con autonomia decisionale. Ricatti economici, pressioni di Usa ed Israele e delle lobbies finanziarie. La Grecia, stravolta dalla crisi finanziaria e da un programma di salvataggio "lacrime e sangue", si è vista costretta ad assecondare manu militari la volontà dei due paesi, a loro volta appoggiati dalle ambizioni sciacalle del FMI e delle agenzie di rating, intenzionati a mettere le mani sul proficuo ed allettante demanio ellenico. Soltanto un'imbarcazione francese, la "Dignitè Al Karame", viene autorizzata a lasciare il porto greco di Xinthya, nella notte tra il 5 ed il 6 luglio, scortata dal motovedette della guardia costiera per l'espletazione di ulteriori controlli. Finalmente, intorno alle 20.30 di Sabato 16 Luglio, la "Dignitè" viene definitivamente autorizzata a lasciare le acque territoriali greche per dirigersi verso Gaza. Con un fardello di non poco rilievo: quello di essere l'unica imbarcazione a rappresentare, per intero, la Freedom Flotilla 2, in virtù del blocco imposto alle altre 9 imbarcazioni (sabotaggi, ritiro bandiere, quisquilie burocratiche) che restano così ancorate ai porti ellenici. Tutto sembra filare liscio fino alle 12 di Martedì 19 luglio, quando giunge notizia dell'abbordaggio della nave francese da parte della Marina israeliana, a circa 50 miglia dalla costa di Gaza. Secondo alcune testimonianze, alcuni militari sarebbero saliti a bordo della nave prendendone il controllo, con l'intenzione di dirottare l'equipaggio (17 attivisti filo palestinesi più 3 giornalisti) nel porto israeliano di Ashdod.
LE REAZIONI. Se la Grecia arresta la Freedom Flottilla diretta a Gaza, agendo per conto di Israele, rinnega la sua storia e perde la sua anima". Questo il commento del giurista e magistrato Domenico Gallo al blocco imposto dal governo greco alla partenza della Flotilla. "Non v'è dubbio che questo blocco sia pretestuoso ed illegale". In Francia sono tantissimi gli attivisti già scesi in piazza per chiedere che il Governo faccia pressioni diplomatiche per garantire l'incolumità e l'integrità dei passeggeri della "Dignitè". La tensione, intanto, continua a salire nelle acque del Mediterraneo.
IL PRECEDENTE. Per il secondo anno consecutivo una flotta di attivisti ed aiuti umanitari tenta di forzare il blocco di Gaza imposto da Israele, per intervenire in soccorso del martoriato popolo palestinese. Il 31 Maggio del 2010, infatti, 5 delle 6 imbarcazioni che componevano la flotta furono abbordate e poste sotto il controllo della Marina israeliane, nell'ambito dell'Operazione Brezza marina (Operation Sea Breeze). In particolare, i membri dell'equipaggio dell'imbarcazione turca Mavi Marmara, la più grande della flotta, furono fatti inginocchiare, ammanettati e derubati durante le 12 ore successive all'arrembaggio da parte dell'IDF. Jamal El Shayyal, il reporter di Al Jazeera che ha filmato l'accaduto, ha sostenuto che "non c'era un'arma a bordo. Non una pistola. Niente artiglieria. Le cose più letali su quella nave erano frutta e verdura". Jamal racconta che l'attacco vero e proprio cominciò verso le 4.30 del mattino, quando un passeggero della Mavi Marmara fu colpito alla testa. Nonostante i numerosi segnali di resa da parte dell'equipaggio, gli attacchi si susseguirono imperterriti. Furono 9 i morti di quella mattanza, e numerosi i feriti.
SALERNO RISPONDE. Una piccola delegazione di cittadini è stata ricevuta Mercoledì sera in Prefettura dal vice prefetto aggiunto Rosa Della Monica, alla cui attenzione è stato sottoposto un breve comunicato in cui veniva ribadita la solidarietà con i membri dell'equipaggio della nave francese Dignitè e con la popolazione palestinese. Il vice questore aggiunto ha riconosciuto la piena legittimità e conformità della proposta e della manifestazione inscenata in Piazza Amendola, promettendo di inoltrarla quanto prima all'autorità governativa nazionale. Questo il commento di Franz Cittadino, leader storico del centro sociale autogestito Asilo Politico: "Molte cose sono cambiate nel corso degli anni. Sono tanti i problemi e le questioni da affrontare e da risolvere, ma progressivamente l'azione politico si è trasformata in un volontarismo operativo spesso infruttuoso. Occorre recuperare la coscienza politica, per incanalarla in un attivismo veramente efficace di fronte alle numerose sfide che il presente ci riserva".