
Milano. Il Mudec di Milano ospita una mostra su Jean-Michel Basquiat, a cura di Jeffrey Deitch e Gianni Mercurio. Con quasi 100 opere provenienti da collezioni private, l'esposizione attraversa la breve ma intensa carriera dell'artista americano, che si è conclusa con la morte prematura all'età di soli ventisette anni. In modo diretto e apparentemente infantile Basquiat è stato in grado di portare all'attenzione del grande pubblico tematiche essenziali sull'identità umana e sulla questione dolorosa e aperta della razza. La sua - come scrive Mercurio nel catalogo che accompagna la mostra - è stata una pittura drammatica, "alimentata dall'orgoglio del proprio essere nero". Basquiat è stato un personaggio fondamentale nella storia contemporanea americana perché capace di intrecciare, unico per quei tempi, l'energia urbana dannata di New York con le sue radici segnate dalla schiavitù e dalla diaspora. Nato a Brooklyn da padre haitiano e madre di natali portoricani, frequenta il City as School, istituto newyorkese che accoglieva tutti gli studenti con difficoltà di integrazione. Dopo aver abbandonato gli studi, inizia a dipingere con l'amico Al Diaz sui muri di Manhattan firmandosi Samo. Il successo, giunto rapidamente, altrettanto velocemente lo priva della vita: il 12 Agosto del 1988, a 28 anni neanche compiuti, muore a causa di un'overdose di eroina. Venti anni dopo la sua prima mostra al Whitney Museum of American Art (1992-1993) e dieci anni dopo la retrospettiva al Brooklyn Museum of Art (2005), questa esposizione mostrerà il ruolo centrale di Basquiat nella generazione dei suoi artisti coetanei e la funzione della sua arte come un ponte di collegamento tra le diverse culture. L'esposizione verrà inaugurata il prossimo 28 Ottobre e sarà visitabile sino al 26 Febbraio 2017.