
La sua vita è stata una continua fuga e una continua condanna da parte del potere, per la sua rivendicazione di ideali politici in cui credeva fortemente.Tanti sono anche gli scritti da lui prodotti, da trattati ad articoli a saggi.
Si affilia alla carboneria e per questo sconta il carcere nel 1830; ed è qui, dietro le sbarre, che concepisce l'idea che sta dietro la "Giovine Italia", un movimento che si regge sul valore dell'unità, della repubblica, della forza che risiede nel popolo, nel rifiuto della sottomissione e del patteggiamento coi principi, puntando soprattutto sui giovani. Scrive una lettera a Carlo Alberto, chiedendogli di scegliere tra la causa della repubblica e quella "piccola", della tirannide.
Il 9 febbraio 1849 è proclamata la Repubblica Romana. Goffredo Mameli mandò un messaggio via telegrafo a Mazzini: "Roma Repubblica, venite!". Il 29 marzo venne nominato triumviro insieme a Saffi e Armellini. Il 30 giugno, di fronte all'impossibilità di resistere oltre in Roma, respinta la sua proposta di uscire con l'esercito e trasferire altrove la guerra, si dimette con gli altri triumviri perché dichiara di essere stato eletto a difendere, non ha sotterrare la Repubblica. Entrati i nemici, parte il 12 luglio per Marsiglia. Si reca quindi a Ginevra e successivamente si rifugia a Losanna.
A Londra fonda "Amici d'Italia" per estendere simpatie alla causa nazionale. Nel '57 torna a Genova per preparare con Carlo Pisacane l'insurrezione che dovrebbe poi scoppiare nel capoluogo ligure. La polizia non riesce ad arrestare Mazzini che viene condannato a morte nuovamente in contumacia.
Londra ancora una volta accoglie l'esule in pericolo. Da lì scrive a Cavour per protestare contro alcune dichiarazioni pronunciate dallo statista e si oppone, sostenuto da numerosi altri repubblicani, alla guerra all'Austria in alleanza con Napoleone III. Escluso dall'amnistia concessa all'inizio della guerra, si reca clandestinamente a Firenze. La speranza è quella di poter raggiungere Garibaldi per l'impresa dei Mille cosa che si avvera solo nel 1861, grazie ad un'adunanza di mazziniani e garibaldini in soccorso a Garibaldi in difficoltà in Sicilia e Napoli.
Con le sue teorie Mazzini contribuisce enormemente alla nascita dell'Italia. Con la "Giovine Europa" poi si comprende quanto le teorie di questo grande filosofo, uomo politico e patriota fossero alte, moderne e lungimiranti.